Eccomi qua, con un buco in una spalla, il morale a terra e la testa confusa.
Davvero non so che fare. Max dice che dovrei dirlo ai miei, per non passare dalla parte del torto. Già mi immagino "Sai mamma, mi hanno sparato"... Già pensano che abbia fatto una scelta folle, a registrarmi e iscrivermi alla Scuola. E comunque inutile starci a pensare, tanto la mamma non mi parla.
Sono ormai tre settimane che cerco inutilmente di parlare con lei. Casa, cellulare, ho chiamato perfino al negozio, nemmeno papà ha avuto il coraggio di venire al telefono. Ormai mi stanno cancellando dalla loro vita.
C'è poi questa cosa che tutti mi chiedono se con Arthur ci sia qualcosa. Sinceramente non lo so perché lo fanno. Fossero altri penserei che lo fanno per il gusto di mettermi in imbarazzo. Ma sono Max, Marcus... Io che in queste cose sono un'imbranata totale. Ho venticinque anni ma è come se ne avessi quindici. Macché quindici, dodici.
Del resto... Sono passati anni dall'ultimo tentativo di instaurare qualcosa con qualcuno. E ovviamente è andata come sempre. Cosa puoi instaurare con qualcuno se non puoi neanche dirgli chi sei? Cosa sei. E poi il potere che appena allenti il controllo rischia di diventare un pericolo... Anche a questo ho dovuto rinunciare. E sinceramente riprendere ora è complicato. E poi, per la miseria, è solo un amico! Non gli interesso affatto. Dovrebbero farsi gli affari loro. Tutti quanti.