giovedì 28 gennaio 2016

Happiness, More or Less

Mi hanno preso! Sono passata a ritirare la posta e a saldare i danni all'appartamento ed era lì! La risposta della Free Library! Un incarico part time, di basso livello, ma intanto sono entrata! Sono così felice... Peccato non poterlo dire a nessuno. Forse qualcuno sì. Ma comunque non alle persone a cui vorrei dirlo. Potrei farlo, ma non voglio rovinarmi questo momento, lo farò nei prossimi giorni. Chiamare e sentire il silenzio calare dall'altra parte non è il modo migliore per festeggiare l'avvenimento.
Mi manca lo scondinzolare di Duke.
La mamma mi manca? E papà? Non lo so. Di certo quello che non mi manca è sentirmi sempre un'immagine riveduta e corretta di me stessa, infilata in una vita "normale" che per me non aveva niente di normale. Costretta a mentire su tutto e a tutti, come se stessi vivendo una vita non mia.
E pensare che ho vissuto così per diciotto anni. Come ho fatto a non impazzire?
Però sì, un po' mi mancano. Forse mi manca quello che non ho mai avuto. Il loro amore per ME, non per qualcuno che non è mai esistito se non nella loro testa.



venerdì 22 gennaio 2016

It Hurts

È successo. È successo di nuovo. E forse era inevitabile. Ho colpito qualcuno con le mie fiamme. Gli ho fatto del male. E stavolta volontariamente. Non so se fosse davvero necessario, ma non c'è stato molto tempo per pensare. Marcus e Arthur sostengono che abbia fatto bene, che se non lo avessi fatto le conseguenze per tutti potevano essere peggiori. Ma io non ne sono del tutto convinta. Del resto quel Classer stava gestendo ottimamente la situazione. E comunque ormai non ha nessuna importanza. Sarebbe morto con o senza il mio intervento.
Chissà se era in grado di provare dolore.

martedì 19 gennaio 2016

Fresh Beginnings

Mi sono trasferita alla Scuola. Mi sono iscritta, trasferita alla scuola e registrata, nell'ordine. Tutto nell'arco di due giorni.
E sento che sia stata la decisione migliore che ho preso negli ultimi venti anni. O forse l'unica che ho davvero preso personalmente.
Mamma non mi parla. Ho provato a chiamarla un paio di volte, ma non ha voluto parlarmi. Papà non so, non era in casa. O almeno così mi è stato detto. Se almeno provassero ad ascoltarmi...
Helen non saprei. Forse dovrei chiamarla, ma in fondo... Non abbiamo mai parlato di queste cose, non saprei da che parte cominciare.
Con il lavoro è un po' un casino, perché non riesco a fare tutto. Dovrò lasciarne uno. Ero incerta se lasciare il Corpet o la biblioteca. E ho anche saputo che Inara e Alba lo hanno ceduto. Per carità, anche Nite e Ice sono in gamba, ci vado molto d'accordo. Con Ice, Nite mi inquieta un po' a tratti.
In ogni caso non è questo. Solo che... Stavo per fare richiesta alla Free Library e... Probabilmente farò così: se mi accettano la richiesta, lascio il Corpet E la libreria. Altrimenti... Probabilmente è meglio lasciare il Corpet, per avere più chance alla Free.
In ogni caso oggi porto il curriculum, incrociamo le dita, magari se mi rispondono rapidamente nemmeno devo scegliere.

mercoledì 13 gennaio 2016

Phonecall

Ciao mamma

Sì, sono io. Sto bene. 

No, no sto bene, davvero. È che... sì devo dirti qualcosa.

Sì. Sì ecco... è successo giorni fa. Non... non riuscivo più a controllarlo.

Ci ho provato! Ma non ci riuscivo. È passato tanto di quel tempo!

Sì, alla fine sì, ci sono riuscita. Mi hanno aiutato.

Mamma... Ho dovuto chiedere aiuto! Preferivi che dessi fuoco a tutta casa?!

No. È... un professore della Young Gifted School. Un amico.

No! 

No, non ancora.

Significa non ancora. Che non ho ancora deciso! Anzi sì, forse ho deciso.
Solo volevo parlartene prima.

Lo so. E sapevo che non avresti capito...

...

...

...

Mamma ormai ho deciso.

Ti ho detto che ho deciso. E andrò anche a registrarmi.

Mamma? Mamma per favore...

...

Mamma!

.

Laws, Racism and Freedom

“La Phoeni-x è un organizzazione che sopravvive di un'unica forza: la vostra paura, che sia di un mutante o della registrazione.

Su qualsiasi attacco, su ogni morto, c'è l'ombra di uno spauracchio chiamato VPA. Ma la registrazione è l'unico strumento per garantire una convivenza pacifica tra gifted e umani, per garantire l'ordine. Non credete a chi la definisce un cappio del governo, perché è al contrario l'unico modo per essere davvero liberi, per non doversi nascondere o vivere come clandestini.

La Phoeni-x, che desidera sterminare la razza umana, è soltanto lo stesso mostro razzista che promette di combattere: un cancro che minaccia la pace, la libertà di ogni singolo mutante che sostiene di difendere.
Vi chiamano fratelli. Fanno appello alla fratellanza ma è solo una menzogna. Non vi stanno regalando la libertà che tanto proclamano, vi stanno dando una sola ed unica scelta: quella di vederla come loro.

Le porte della Young Gifted School sono sempre aperte per chiunque voglia scoprire da sé il valore della registrazione, per chiunque tema il proprio potere o desideri conoscerlo meglio. E così resteranno sempre, perché la nostra forza è il vero punto debole dei terroristi che si nascondono dietro al simbolo della fenice. Portiamo avanti un futuro di pace e di convivenza. Portiamo avanti la speranza di un Mondo in cui gifted ed umani siano uniti, in cui non ci sarà nessuno che vi metterà contro le vostre famiglie, contro i vostri amici.
Il primo passo per cambiare davvero il Mondo è quello verso la legalità. Il primo passo per prendervi cura di voi stessi e di coloro che vi sono vicini è quello di dichiararsi al Governo. Perché insieme si può costruire qualcosa, con la divisione ed il razzismo l'unica cosa che ci aspetta sono macerie.” [Comunicato della Young Gifted School in merito agli ultimi attacchi della Phoeni-X]

Continuo a rileggerlo. In particolare la parte finale.
Hanno ragione? Non riesco a deciderlo.
Da una parte non ce la faccio più a nascondermi, a scappare. Ho iniziato a 7 anni e non ho più smesso di scappare. Da quello che sono, da quello che posso fare. Per certi versi ancora ne ho paura. Ma sono adulta ormai. So quali sono i rischi, saprei gestirlo. Ma se da un lato vorrei imparare a conoscere e controllare questa parte di me, dall'altro ho paura.

“Non credete a chi la definisce un cappio del governo, perché è al contrario l'unico modo per essere davvero liberi, per non doversi nascondere o vivere come clandestini.”

“Davvero liberi”... Dovrei comunque continuare a nascondermi. I miei non dovrebbero sapere, della scuola, della registrazione, di niente. Nessuno nella mia città dovrebbe saperlo.
E comunque... se è vero che la registrazione è un modo per essere liberi, in totale uguaglianza, che senso ha l'Articolo 4*? Perché dopo avermi chiesto di uscire allo scoperto bollano le mie capacità NATURALI come arma impropria? Qualcosa che non ho il diritto di detenere, di usare come meglio credo, nei limiti delle leggi esistenti? Un Sapiens nella sua vita privata può usare un accendino, un saldatore, un lanciafiamme! Mentre io non posso usare la mia capacità nemmeno per accendere un camino, pena da tre a dieci anni...

“Il primo passo per cambiare davvero il Mondo è quello verso la legalità. Il primo passo per prendervi cura di voi stessi e di coloro che vi sono vicini è quello di dichiararsi al Governo. Perché insieme si può costruire qualcosa”

Quanto vorrei che fosse vero.





*VPA (Vigilantes Prohibition Act) - Art. 4:
Il divieto di utilizzo dei poteri in luogo pubblico o privato per ragioni differenti dalla sola difesa personale o altrui in caso di pericolo grave e imminente previsto per i Mutanti, con la seguente Legge è esteso a tutti i possessori di poteri sovrumani di qualunque natura. La violazione di tale divieto autorizza l'Autorità all'arresto in flagranza di reato e alla pena detentiva da 3 a 10 anni.

lunedì 11 gennaio 2016

Awakening

Sono passati tre giorni. Ho cambiato le tende, il tappeto, e per ora ho comprato una fodera per il divano. Appena avrò i soldi ricomprerò anche quello. La parete dovrò dipingerla, o magari copro la macchia, e mi offro di pagare il danno al padrone di casa.
Sto mettendo in pratica i consigli di Marcus, riesco a canalizzare l’energia, a farla uscire, in modo che non mi provochi gli sbalzi dei giorni scorsi.
Sto iniziando ad accettarlo.
A suo parere dovrei iscrivermi alla scuola, ma mi ha lasciata libera di decidere, anche in merito alla registrazione.
Non posso farlo. I miei non me lo perdonerebbero. Non sarebbero in grado di capire. Qui a Philadelphia sembra di essere in un altro mondo…

Quello che devo ancora capire è… io cosa voglio? Voglio continuare a far finta di essere una Sapiens? O voglio finalmente accettare la mia natura di Gifted e realizzarla?
Realizzarla… Anche questo è un concetto molto relativo.
Se volessi seguire la legge alla lettera dovrei imparare a gestire il mio potere per poi dimenticarlo, confinandolo alla “legittima difesa”. Tutto questo è assurdo e umiliante.
La verità è che se hai il Gene-X tutto quello che devi fare è Mentire. Sempre, a tutti, e soprattutto a te stesso. Devi vivere da Sapiens. Perché così è stato deciso. E non da te, ovviamente.

Perché mi fa ribrezzo solo pensare in questi termini? Anche io ho iniziato a pensare in categorie, ora? Quanto vorrei poter essere semplicemente un Essere Umano. Con tutte le mie capacità, che derivino o meno dal Gene-X. Senza dovermene vergognare.

L’unica cosa che temo, ora, è che non sia sufficiente. Ho imparato a sfogare l’energia quando acquista potenza per via del mio nervosismo, o situazioni simili, ma può bastare? Il fuoco è qualcosa di pericoloso, se non si sa come gestirlo. Nessuno lo sa meglio di me. L’ho imparato a mie spese, prima ancora di saper scrivere correttamente il mio nome.

venerdì 8 gennaio 2016

Inferno

“Hai uno dei poteri più belli in assoluto e volevi occultarlo? Simbolicamente il tuo potere deriva dalla luce solare, quella capace di creare e di grandi cose.”
 Ma è davvero così? Nella sua mente le parole di Marcus, che tanto a fondo sono arrivate nella sua anima, si sovrappongono a quelle immagini che credeva ormai dimenticate. Sepolte nel più profondo angolo della coscienza.

-- Mathilde! Mathilde dove sei? Torna in casa, devi riordinare la stanza. Mathilde! 

La bambina, due corte treccine nere e tante mollettine colorate a fermarle i capelli, resta nascosta in silenzio, spiando la donna attraverso le fronde della fitta siepe. 

 -- Mathilde Jenkins, vieni fuori immediatamente! Dove ti sei cacciata? -- chiama ancora a gran voce, la madre, con tono anche piuttosto preoccupato, poi mormora tra sé -- Quella bambina mi farà impazzire... 

 Finalmente Nora Jenkins rientra in casa, per andarla a cercare altrove, e la bambina esce dal suo nascondiglio ridacchiando. Le mancano due denti davanti e i jeans che indossa sono chiazzati di macchie d'erba. Le manine affondate nelle tasche, dà un calcio a un sassolino e prende a bighellonare nel giardino, poi inizia a raccogliere foglie secche. Gialle, marroni, verdastre, di ogni forma e dimensione. Ci gioca per un po', mettendole in fila, le sovrappone in una pila sbilenca, poi le guarda cadere. Dal capanno degli attrezzi si sente un picchiare ritmico, intervallato da note fischiettate. 

 Dopo un po' di tempo trascorso a giocare con foglie e sassolini, il nuovo gioco le viene a noia. Seduta in terra sbuffa, poi una luce dispettosa torna a illuminare gli occhi neri. Si guarda attorno con fare circospetto e prende a radunare le foglie, più altre foglie, e poi ancora altre foglie. Le mette in fila, a mucchietti, lungo il bordo del capanno. Torna poi verso i cespugli e stacca un ramoscello, lo ripulisce dai rametti laterali e poi sorride soddisfatta, tornando baldanzosa verso la sua fila di fantasmini. Certo, perché sono spiritelli del fuoco, e lei li farà danzare. 
Ancora una volta si guarda attorno. Dall'interno del capanno si sente picchiare e fischiettare, dunque non c'è rischio che suo padre si affacci all'improvviso. 
Impugna dunque per bene la sua bacchetta magica, come quella delle fatine dei cartoni, e puntandola al primo fantasmino gli dice -- Danza! 
Sa farlo ormai. Sa convogliare quell'energia a suo piacimento, più o meno. Ha imparato dal diario di Nonna Meredith. E oggi che ha trascorso tutta la giornata a giocare in giardino di energia ne ha proprio tanta! Ecco che il fantasmino prende vita. Le foglie iniziano a bruciare di una fiammella arancione, che si muove libera al soffio lieve dell'aria settembrina. -- Danza! -- dice ancora. E il secondo fantasmino prende vita, mentre gli occhi le brillano di contentezza. -- Danza! -- e ancora, e ancora. Sono ormai otto i fantasmini, li guarda beata farsi sempre più belli, più alti. Poi Duke passa correndo, portando la sua bambola preferita tra le fauci appiccicose -- Hey cagnaccio! Lascia andare Belinda! -- E la bambina corre via, lasciando andare la sua bacchetta magica, e dimenticando una fila di fantasmini che danzano gioiosi. Liberi. 

 Saranno le grida di tutta la famiglia a richiamarla lì, qualche tempo dopo, mentre il capanno è avvolto da fiamme alte quanto il cielo. Sola in un angolo, nel tumulto generale, con gli occhi sgranati osserva il parossismo degli adulti, mentre le grida di suo padre all'interno le fanno gelare il sangue. Quando riescono a tirarlo fuori, il rosso e il rosa della sua carne ustionata le si imprimono per sempre negli occhi e nella mente. Diventeranno la sostanza dei suoi incubi per anni, molti anni a venire.

Runaway

Oggi sono stata a casa tutto il giorno. Mi è successo altre due volte. Non ce la faccio più. Sto cercando di ricordare cosa diceva il diario di Meredith Rose, ma non ricordo. Ero troppo piccola. Ricordo qualche esercizio di concentrazione, ho provato ma non riesco. Forse da piccoli è più facile. O forse dipende solo dal fatto che allora ero meno spaventata. Era solo un gioco, per me. Non come ora. Sto cercando di calmarmi ma ogni volta la fiammata è peggiore, e più improvvisa. Non riesco a farci proprio niente. Dovrei chiamare Marcus. Chiedergli aiuto. Ma se lo facessi poi? Non voglio registrarmi, non voglio che altri sappiano. I miei non me lo perdonerebbero… Devo riuscirci da sola. Deve smettere. Voglio solo che torni tutto come prima!


giovedì 7 gennaio 2016

Dangerous

Lo sapevo. Sapevo che sarebbe successo e non sono riuscita a impedirlo. Fortunatamente è successo in cucina e sono riuscita a mascherare la cosa, ma… sta diventando pericoloso. Ancora non riesco a soffocarlo, è come decuplicato.
Dopo aver lasciato il Corpet, ieri, sono andata in giro. Ho camminato nel freddo tutto il pomeriggio, fino a notte inoltrata. Speravo che stancandomi sarei riuscita a dormire meglio, ma eccomi qui. Tre ore. E sono di nuovo sveglia. E mi sento male. Peggio di ieri, peggio di sempre. Ho paura.

martedì 5 gennaio 2016

Pandora

Sono le 4. Domani al lavoro sarò uno straccio.
Ho deciso di mettermi a scrivere, sperando che questo mi aiuti. Forse non avrei dovuto parlarne con Marcus. Da quando ne ho parlato con lui è stato come se avessi scoperchiato il vaso di Pandora. Per tutto il giorno sono stata agitata, nervosa, sentivo il Problema risvegliarsi a ondate, continuamente.
Idiota. Devo smettere di chiamarlo in quel modo.
Come devo chiamarlo? Il Potere? L’energia? In ogni caso non mi lascia in pace. Tenerlo a bada mi costa sempre più fatica. Al lavoro sono stata distratta, sbadata. Alla fine mi hanno lasciata andare via prima per evitare che combinassi qualche guaio, sicuramente.
Non so che fare. Ho quasi paura di andare in biblioteca, domattina. Se qualcosa dovesse andare fuori controllo potrei incendiare tutto… Dio come devo fare?
Vorrei riuscire a ricacciare tutto indietro, come prima. Riuscire a non pensarci. L’ho fatto per anni, dovrei riuscirci ancora! E invece no. Continuo a sentirmi formicolare le mani, le gambe. Mi odio, maledizione. E forse scrivendo sto peggiorando la situazione.
Basta, ci proverò di nuovo. Stavolta con più convinzione. Devo riuscirci.